Teologia della Letteratura. Parte 2 Tre poeti si interrogano sull'invisibile
Assenza e Ricerca di Dio nella letteratura europea del ‘900
Non sono pochi gli intellettuali che nel ‘900 hanno riflettuto sulla perdita del senso di Dio nella storia umana. I poeti e gli scrittori si contraddistinguono per acutezza di sguardo e intensità verbale di interrogazione. L’analisi linguistica-letteraria-teologia del lascito letterario di alcuni di essi ne offre una visione esemplare.
Codice del corso: START03-2
Professore: Gianni FestaDESCRIZIONE
I saggi raccolti in questo corso offrono al lettore, scritture e scrittori che muovendosi nel deserto del mondo hanno mirato ad una Terra promessa e hanno sognato l’inverarsi di speranze e desideri per poi risvegliarsi a volte sotto l’arsura della sconfitta. Ma in altri casi hanno raggiunto l’uadi dove hanno piantato la propria tenda e l’hanno ingrandita agli ospiti di passaggio: l’oasi combatte l’arsura e la solitudine del deserto non solo con una sorgente o un pozzo ma anche con l’acqua dell’accoglienza.
In lingue diverse e provenienti da contesti diversi, questi scrittori sono accomunati da una sola ma tenace ricerca: dare un senso a ciò che si vede. E se ciò che si vede sgomenta per la sua spietatezza e apparente irreversibilità la parola diventa allora un arpione o un ancora lanciati per assicurarsi un appiglio o una sicurezza. Dall’una all’altra vita, dall’una all’altra lingua e dall’uno all’altro testo, questi scrittori hanno dato spazio ad una sola assillante domanda per non soccombere sotto il peso della dissipazione e dello sconforto.
Diceva quella profonda e simpatica creaturina del Piccolo Principe che “Ciò che abbellisce il deserto...è che nasconde un pozzo in qualche luogo...”, e più avanti, nella progressione dell’intelligenza di ciò che è la vera bellezza, l’aviatore aggiungeva: “Sì...che si tratti di una casa, delle stelle o del deserto, quello che fa la loro bellezza è invisibile”.
Alcuni di questi scrittori hanno trovato l’acqua della Bellezza, altri l’hanno cercata e ostinatamente inseguita, ma non hanno raggiunto mai l’oasi e mai incrociato la “mansueta Rebecca” di Montale. Ma ciò che vale e ciò che li rende prossimi a ciascuno di noi sono stati la loro tenacia nel seguire le orme del Cacciatore, secondo la metafora eckhartiana, e il loro rifiuto dell’omologazione e dell’appiattimento ad ogni moda o proposta superficialmente consolatoria, da qualunque parte provenga, di qualunque tonalità si colori.
OBIETTIVI DEL CORSO:
- Presentazione sintetica ma esaustiva dell’argomento del Corso
- Sintesi della poetica e del pensiero degli autori trascelti
- Individuazione del tema della presenza/assenza di Dio nelle rispettive produzioni
- Analisi linguistica-letteraria-teologica di alcuni testi, in poesia e in prosa
RISULTATI DELL’APPRENDIMENTO:
- Rinvenimento della letteratura come luogo di indagine teologica
- Scoperta e riscoperta di poeti e scrittori della letteratura novecentesca
- Acquisizione di un possibile metodo di analisi linguistico-teologico
INDICE GENERALE:
MONTALE, SERENI, BETOCCHI: TRE POETI SI INTERROGANO SULL’INVISIBILE
LE «SPIAGGE ULTERIORI» DI VITTORIO SERENI
Montale e Novalis, tra finito e infinito
La poésie de Eugenio Montale entre le doute et l'espoir
«Quest’ombra generata dalla nostra paura della vita»
L’angelo nero (da Satura) di Eugenio Montale