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I Salmi nella Liturgia delle Ore

22 marzo 2019 | documento
I Salmi nella Liturgia delle Ore

 Il canto dei salmi faceva parte della liturgia ebraica del tempio e della sinagoga, e per osmosi naturale è entrato a far parte anche della liturgica cristiana. La liturgia cristiana si pone infatti in continuità con la liturgica ebraica, anche se in sostanziale novità.

 

I Salmi nella liturgia delle Ore

 

di fr Raffaele Quilotti OP, docente di Liturgia

  

Il canto dei salmi faceva parte della liturgia ebraica del tempio e della sinagoga, e per osmosi naturale è entrato a far parte anche della liturgica cristiana. La liturgia cristiana si pone infatti in continuità con la liturgica ebraica, anche se in sostanziale novità. In continuità perché molti elementi della liturgia ebraica sono stati assunti nella celebrazione cristiana; in novità perché il centro della liturgia cristiana è il mistero del Cristo: noi celebriamo la sua persona, la sua opera, la sua pasqua, usufruendo per la celebrazioni anche di gesti e testi, acclamazioni, termini ebraici e aramaici (amen, alleluia, sabaoth, hosanna...) già della liturgia del tempio, di quella sinagogale e personale.

Il “Salterio”

I salmi giunti fino a noi sono 150, raccolti in un libro biblico chiamato salterio. Salterio è il nome di uno strumento musicale: i salmi si cantavano accompagnati da strumenti musicali che ne davano il ritmo e l’intonazione. Questo ci dice già che i salmi sono dei canti poetici e che vanno cantati, un po’ come tutti i poemi antichi. Cantati in modo diretto, cioè tutto di seguito, o a cori alterni, o cantati da un solista, o in modo responsoriale tra salmista e ritornello dell’assemblea (cf. Principi e Norme per la Liturgia delle Ore [=PNLO], nn. 121-123).

“È risaputo che i salmi (cf. i nn. 103-120, che inviterei a rileggere) sono strettamente connessi con la musica; lo dimostra la tradizione sia giudaica che cristiana. In verità alla piena comprensione di molti salmi contribuisce non poco il fatto che essi vengano cantati o almeno siano sempre considerati in questa luce poetica e musicale. Pertanto, se è possibile, è da preferirsi questa forma, almeno nei giorni e nelle Ore principali, e secondo il carattere proprio dei salmi. I diversi modi di eseguire la salmodia sono descritti ai nn. 121-123 (di PNLO). La loro varietà non deve essere dettata tanto da circostanze esterne, quanto piuttosto, dal diverso genere di quei salmi che ricorrono nella medesima celebrazione. Secondo questo criterio i salmi sapienziali e storici si prestano forse meglio a essere ascoltati, mentre, al contrario, quelli di lode e di rendimento di grazie comportano per sé il canto in comune. Quel che conta più di tutto è che la celebrazione non si leghi a schemi rigidi e artificiosi, non obbedisca solo a norme puramente formali, ma risponda allo spirito autentico dell'azione che si compie. Il primo scopo da raggiungere è infatti quello di formare gli animi all'amore per la preghiera genuina della Chiesa e di rendere gioiosa la celebrazione della lode di Dio (cf. Sal 146)” (PNLO, nn. 278- 279).

Composizione del salterio

Nella composizione del salterio i salmi non si susseguono in modo casuale ma sono raccolti seguendo un ordine: si inizia con la scelta di vita (salmo 1: Beato l’uomo che non segue) e si conclude con la glorificazione di Dio con canti e tutti gli strumenti musicali (salmo 150: Lodate il Signore nel suo santuario). Il salterio si suddivide in cinque libretti che terminano ognuno con due Amen: “Amen, Amen”(1-41; 42-72; 73-89; 90-1l6; 107-150). Il salterio è come un libro che va letto da cima a fondo progressivamente, e così veniva pregato, con una lettura continua. Questa impostazione di fondo è stata conservata grosso modo anche nell’ultima riforma della Liturgia delle Ore.

Distribuzione generale dei salmi nella LO

Tuttavia nella distribuzione dei salmi si è tenuto conto (del resto come già in passato) anche delle Ore del giorno, dei giorni della settimana, nonché di particolari feste e periodi dell’anno liturgico. Per questo, ad esempio, a Compieta ci sono dei salmi adatti alla sera prima di andare a dormire; alle lodi mattutine e ai vespri, nonché per i salmi invitatori, le scelte sono diverse. Gli stessi criteri si applicano anche agli inni delle varie Ore e dei giorni. Possiamo dunque distinguere: i salmi invitatori, il salmi di Lodi, i salmi di Vespro, i salmi di Compieta, i salmi per l’Ufficio di lettura o mattutino, i salmi della domenica (pasquali), i salmi del venerdì (penitenziali), i salmi del sabato (storici e sapienziali). Ne riparliamo.

Da dove partire

La nuova forma della liturgia delle Ore (LO) conseguente alla riforma liturgica del concilio Vaticano II, ha come punto di partenza iniziale la Sacrosanctum Concilium, che tratta della Liturgia delle Ore al cap. IV. L’Ufficio divino, nn. 83-101. Il capitolo inizia dal valore teologico della LO, opera di Cristo e della Chiesa (nn. 83-85), e prosegue sulla sua dimensione pastorale (nn. 86-87). Da qui l’esigenza di una riforma per adeguare questa celebrazione alle mutate condizioni odierne (nn. 88-89). Il n. 89 chiedeva un numero minore di salmi per il Mattutino (Ufficio di Lettura), la soppressione dell’Ora di Prima e per la Compieta la scelta di salmi più appropriati per la fine della giornata. Il n. 91 parla della distribuzione dei salmi, tenendo presente che deve essere una celebrazione accessibile a tutti i fedeli (anche laici), con celebrazioni più brevi (numero dei salmi); da qui l’apertura anche all’uso delle lingue vive (n. 101). Su questi criteri di fondo è stata pensata una nuova struttura della LO, che si snodi in uno spazio di tempo più lungo di una settimana (n. 91). La commissione incaricata si è messa subito all’opera ma prima di arrivare ad una struttura definitiva condivisa ci sono voluti sei anni. Alla fine il ritmo della Liturgia delle Ore si snoda su quattro settimane, con tre salmi (o tre parti di salmi) per ogni Ora del giorno, eccetto Compieta che ha un salmo solo (eccetto la prima Compieta della domenica e la compieta del mercoledì che ne hanno due, perché brevi). I salmi più lunghi furono divisi in due o tre parti, mentre il lungo salmo 118 conservò le sue 22 parti, quante le lettere dell’alfabeto ebraico. Per le Ore minori (facoltative: Terza, Sesta e Nona) si ricorse ai brevi salmi “graduali”, cioè i salmi che gli ebrei pregavano salendo in pellegrinaggio a Gerusalemme (119-127).

Due tipi di salmi difficili

Due tipi di salmi da tempo facevano difficoltà: i salmi imprecatori e i salmi storici, che sembravano poco adatti ad una preghiera, soprattutto evangelica (soprattutto i primi).
I
salmi imprecatori (57, 82, 108, ma numerosi versetti anche in altri salmi) erano salmi o espressioni psicologicamente difficili da comprendere in ambito evangelico, in bocca a Cristo, in quanto sono preghiere che invocano la vendetta di Dio e la maledizione sugli avversari, mentre Gesù chiedeva di perdonare anche i nemici e pregare per i persecutori. Il bellissimo e nostalgico salmo 136: Sui fiumi di Babilonia là sedevamo piangendo al ricordo di Sion, si conclude con una crudelissima invettiva contro la città nemica: beato chi afferrerà i tuoi piccoli e li sfracellerà contro la pietra. Come pregare questi versetti da parte di persone non preparate a leggere e capire il genere letterario dei salmi? Eppure anche questi salmi sono Parola di Dio e Gesù li ha pregati. In ogni caso si è deciso di tralasciare questi salmi o questi versetti (i monaci invece, giustamente, li hanno mantenuti).

I salmi storici (77, 104, 105) sono quei salmi che ripercorrono la storia del popolo ebreo. Che senso possono avere nella preghiera dei cristiani? Hanno senso nel fatto che essi ripercorrono le opere salvifiche di Dio, che avranno il loro coronamento nella morte e resurrezione di Gesù, nella pasqua di Gesù. Per questo motivo questi salmi storici sono stati riservati al sabato (di Avvento e Natale, Quaresima e Pasqua), come introduzione alla domenica (PNLO, n. 130).

Cantici biblici e evangelici

Accanto ai 150 salmi, nel tempo erano subentrati nella preghiera cristiana della LO anche altri Cantici presenti in altri libri biblici dell’AT, e negli stessi vangeli (Benedictus, Magnificat, Nunc. dimittis). Il numero del Cantici biblici fu completato in modo che ogni giorno delle quattro settimane avesse un suo cantico dell’AT alle Lodi; si aggiunsero poi 9 cantici presi dai libri del NT da recitarsi settimanalmente nei Vespri (questi ultimi cantici sono una novità) e si è conservata la recita quotidiana dei tre cantici evangelici per Lodi, Vespri e Compieta.

Assegnazione dei salmi nelle varie celebrazioni del giorno

(PNLO, nn. 126-135 sui salmi; 136-139 sui Cantici)

Ciò premesso ci chiediamo con quali criteri sono stati scelti giorno per giorno i salmi e i cantici. Forse questo ci aiuterà a pregare meglio le varie Ore del giorno. Teniamo presente che il canto dei salmi c’è anche nella Liturgia delle Parola della liturgia eucaristica, come salmi responsoriali o canti (antifone) di ingresso.

1. Salmi invitatori (PNLO, nn. 34-36).

Essi hanno il compito di introdurre alla preghiera del giorno, sono un invito a cantare le lodi di Dio, ad ascoltare la sua voce, aspettando il riposo del Signore. Si cantano o si recitano al mattino, come prima preghiera, in forma responsoriale.
Il tradizionale salmo invitatorio, introduttivo alla preghiera, è il salmo 94,
Venite applaudiamo al Signore, un invito solenne a lodare ringraziare, adorare, ascoltare; l’ascolto esige una risposta.

A questo salmo ne sono stati aggiunti altri tre. Il salmo 99, Acclamate al Signore voi tutti della terra; è simile al salmo 94; tutto pervaso di gioia per l’incontro col Signore, nostro creatore e nostro pastore. Il salmo 66, Dio abbia pietà di noi e ci benedica; tre brevi strofe con un ritornello di alleluia; esprime l’anelito che il regno di Dio si estenda a tutti i popoli. Infine il salmo 23, Del Signore è la terra e quanto contiene; un salmo che esprime le condizioni ideali per entrare davanti al Signore; una esortazione ad allargare le porte perché entri il Signore a regnare nel nostro cuore.

2. Salmi a Lodi mattutine, Vespri e Compieta (PNLO, nn. 37-54.84ss. 136-139).

a) Le Lodi mattutine. Sono stati scelti tre salmi, in crescendo come importanza. Il primo salmo è inerente all’ora del mattino, un salmo legato alla luce. Il secondo è un cantico dell’AT. Complessivamente i Cantici del VT sono 26, alcuni presi dalla tradizione, altri dall’Ufficio monastico. I cantici delle lodi delle domeniche sono ripetuti. Il terzo salmo infine è il vero canto di lode; è il più importante e solenne dei tre, e lo deve essere anche nel tono.

b) Vespri. Per questa preghiera si sono scelti dei salmi più semplici, a partire dal salmo 109 (l’ultima parte del salterio, che sono salmi di lode). Come terzo canto è stato scelto un cantico del NT, il più importante dei tre. Complessivamente sono 9 i cantici del NT, presi in prevalenza dal libro dell’Apocalisse. Ai Vespri delle domeniche nel tempo di quaresima, il cantico alleluiatico di Apocalisse 19 (Alleluia. Salvezza gloria e potenza) è stato sostituito da 1Pt 2, 21-24 (Cristo patì per voi). Inoltre per l’Epifania e la Trasfigurazione si è ricorso a 1Tm 3,16 (Cristo si manifestò nella carne).

c) Compieta. Per questa Ora prima del sonno (non della sera) sono stati scelti dei salmi di fiducia in Dio, con la possibilità di pregare tutti i giorni i salmi della domenica, in particolare il salmo 90: Tu che abiti al riparo dell’Altissimo, un salmo di abbandono in Dio.

La preghiera dei salmi viene aiutata dal titolo proprio del salmo e dalle antifone, che ne mettono a fuoco alcuni aspetti. Si voleva riprendere anche l’uso antico della orazioni salmiche, che sono un interpretare il salmo in senso cristologico, ma l’intento non ha trovato molto seguito (nn. 110-120).

Salmi nelle celebrazioni settimanali e nelle solennità e feste

a) Salmi secondo i giorni della settimana. Per tradizione si è tenuto conto anche dei giorni della settimana, in particolare della domenica, la cui celebrazione inizia con i primi vespri, la quale ha una dimensione spiccatamente pasquale. Sarebbe lungo enumerare tutti i salmi della domenica, settimana per settimana. Alleniamoci a scoprire in questi salmi la dimensione pasquale. Anche il mattutino del sabato risente talvolta della attrazione della domenica. Uguale attenzione si è dato al venerdì, con una dimensione penitenziale. Alle Lodi del venerdì c’è sempre il salmo 50 (Pietà di me o Dio) e nell’Ora media della 3a settimana il salmo 21 (Dio mio, Dio mio, perché mi hai dimenticato).

b) Salmi nelle solennità e feste. Pensiamo in particolare alle solennità di Natale, Epifania, Pasqua (Triduo pasquale), Ascensione e Pentecoste, sulle quali c’era già stata molta attenzione anche in passato. Uguale lavorio per i Comuni: Dedicazione, Beata Vergine Maria, apostoli, martiri, confessori e dottori, vergini, santi e sante, e per l’Ufficio dei defunti. Una qualche differenziazione c’è anche tra le solennità e le feste: più curate, nella forma d’insieme, le prime. La scelta di un salmo è suggerita da qualche suo versetto particolare, spesso nella tradizione latina o nella traduzione italiana. Cambiando la traduzione (gli agganci) talvolta si è cambiato anche il salmo.

In ambito domenicano pensiamo alle solennità e alla feste del nostro calendario: san Domenico, san Tommaso, santa Caterina da Siena, sant’Alberto Magno (non so se sarà possibile mantenere questo grado anche nel nuovo Ordinamento del Calendario domenicano, in attesa di approvazione da parte della Congregazione per il culto).

Vorrei inserire qui una riflessione riguardo la celebrazione dei confessori e dottori, finora uniti insieme in un medesimo formulario. Essere confessori (pastori: vescovi, sacerdoti e diaconi) e essere dottori, sono due cose diverse, perché possono essere dottori anche dei cristiani non insigniti del sacramento dell’Ordine (esempio delle donne). Questo porterà, penso, in futuro, a qualche ulteriore distinzione. In ogni caso, anche riguardo gli insigniti del sacramento dell’Ordine, mi sembra più importante essere vescovi e sacerdoti che dottori. Perché esser dottori evidenzia un ministero particolare, quello profetico, rispetto ai ministero pastorale che include tre funzioni: sacerdotale, profetico e regale. Naturalmente queste considerazioni, in concreto, dipendono dal carattere particolare dei singoli confessori, se sono stati più grandi nel ministero pastorale o in quello magisteriale. Nell’Ordine domenicano si è dato naturalmente più importanza al fatto di essere dottori che essere vescovi, ma teologicamente non è così (mi sembra). Ulteriori riflessioni sui salmi porteranno forse a preferire alcuni di essi piuttosto che altri. La Liturgia non è mai un tutto fisso.

Conclusione

Concludo citando un testo della bella Introduzione alla Liturgia delle Ore, che mi sembra significativo, proprio sui salmi.

“Nella Liturgia delle Ore la Chiesa prega in gran parte con quei bellissimi canti, che i sacri autori, sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, hanno composto nell'Antico Testamento. Per la loro stessa origine, infatti, essi hanno una capacità tale da elevare la mente degli uomini a Dio, da suscitare in essi pii e santi affetti, da aiutarli mirabilmente a render grazie a Dio nelle circostanze prospere, da recare consolazione e fermezza d'animo nelle avversità.

I salmi, tuttavia, non offrono che un'immagine imperfetta di quella pienezza dei tempi che apparve in Cristo Signore e dalla quale trae il suo vigore la preghiera della Chiesa. Pertanto può talvolta accadere che, pur concordando tutti i cristiani nella somma stima dei salmi, trovino tuttavia qualche difficoltà, nello stesso tempo in cui cercano di far propri nella preghiera quei canti venerandi.

Ma lo Spirito Santo, sotto la cui ispirazione i salmisti hanno cantato, assiste sempre con la sua grazia coloro che eseguono tali inni con fede e buona volontà. È tuttavia necessario che ciascuno, secondo le sue possibilità, si procuri «una maggiore formazione biblica, specialmente riguardo ai salmi». Inoltre si deve arrivare ad assimilare bene il modo e il metodo migliore per pregarli come si conviene” (PNLO, cap. III, nn. 100-102).

Riferimenti-base per approfondire il discorso

- La Costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium (=SC), nn. 83-101 (dic. 1964)
- La Costituzione apostolica di Paolo VI
Laudis Canticum, per la promulgazione del rinnovato Ufficio divino (nov. 1970).
-
Principi e norme per la Liturgia delle Ore (=PNLO, Introduzione alla LO) (aprile 1971). Qui vedere in particolare il cap. II. La santificazione del giorno ossia le varie Ore liturgiche (nn. 34 ss), e il cap. III. I diversi elementi della Liturgia delle Ore: I. I salmi (nn. 100-109); III. Il modo di Salmodiare (121-15); IV Criteri di distribuzione dei salmi nell’Ufficio (nn. 126-135); V I cantici dell’Antico e Nuovo Testamento (nn. 136-139); cap. V. Riti da osservare...: II. Il canto nell’Ufficio (nn. 267-284, in particolare, nn. 278-279).
- Lo studio di I
OSEPH PASCHER, Il Nuovo ordinamento della salmodia nella Liturgia romana delle Ore, in: AA.VV., Liturgia delle Ore, Quaderni di Rivista Liturgica, n. 14, Elledici, Torino-Leumann, 1972, pp. 161- 184, uscito a commento subito dopo la riforma. Il presente articolo deve molto a questo studio.

(il testo è apparso nel fascicolo 1, 2019 di Dominicus)

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